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La Lombalgia: non tutti i mal di schiena sono uguali!

La lombalgia è  uno dei disturbi più frequenti nell’adulto, soprattutto tra i 40 e i 50 anni di età. Si calcola che circa l’80% della popolazione ne sia colpita almeno una volta nella vita e che sia  la causa più frequente di assenza dal lavoro.

Con il termine lombalgia si indica un sintomo, ovvero un  dolore localizzato  in regione lombare (basso rachide). Questo può essere associato a diverse cause, alcune di queste di origine vertebrale (tra le più famose e frequenti l’ernia discale) e alcune di origine extravertebrale (ad esempio di origine ginecologica o urologica).

Non tutti i mal di schiena son quindi uguali e non tutti vanno trattati allo stesso modo!

E’ possibile trattare e guarire da una lombalgia di origine vertebrale?

Molti dei pazienti che lamentano lombalgia raccontano che è un sintomo con cui spesso convivono da anni, stanno bene per un periodo, ma ogni tanto si ripresenta una riacutizzazione del dolore, prontamente trattata con antiinfiammatori o steroidi, con terapie fisiche o massaggi.

Ma vale la pena imparare a conviverci e temere la riacutizzazione?

Molto spesso un’attenta visita specialistica ortopedica racconta molte cose sulla nostra schiena, spesso più di quanto fanno radiografie e risonanze magnetiche. Ma soprattutto ci aiuta a trovare la soluzione del nostro mal di schiena. Il nostro dolore infatti può essere spiegato da alcuni processi degenerativi, come la già citata ernia discale.  Ma quasi nessuno è nato con un ernia discale! Nel tempo questa o altri problemi degenerativi si sono formati a causa di spine irritative create da noi stessi.

Durante una visita si possono infatti osservare anomale curve del rachide sul piano frontale e sagittale, si possono osservare limitazioni all’articolarità dello stesso, osservare un errato assetto del bacino, o valutare come la forza e la lunghezza di tutti quei muscoli che controllano la nostra postura non siano equilibrate e ci mantengano in posizione viziata giorno dopo giorno peggiorando i nostri processi degenerativi e quindi il nostro dolore.

Si può inoltre valutare come il paziente sta in piedi e come sta seduto, come cammina o come esegue determinati movimenti della vita quotidiana o dell’attività sportiva, e come tutte queste posizioni possano essere mantenute od eseguite in maniera viziosa giustificando la lombalgia.

Solo dopo aver fatto un corretto inquadramento del paziente è quindi possibile progettare un programma di esercizi individuale e mirato e un programma di educazione posturale. Si propone un lavoro attivo fatto su misura al fine di recuperare articolarità, riequilibrare la muscolatura, migliorare la propriocezione del proprio corpo. Allo stesso tempo si istruisce il paziente su norme di educazione posturale dal come sedersi al come spostare un peso.

Solo in questa maniera è possibile sconfiggere il proprio mal di schiena senza limitare la propria vita e senza vivere nel timore di  nuove riacutizzazioni.

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